In questa prima settimana di marzo si vedono già i primi segnali di risveglio di primavera di un racconto lungo Un anno di vite di Cantine Coli. La mimosa vicino alla case, ma anche i peschi hanno già il fiore. Anche perché le giornate si stanno allungando in modo sensibile e la vigna può stare in certe giornate esposta alla luce del sole già 11 ore: dalla mattina presto ( qui il sole sorge ad un quarto alle 7 circa) a metà pomeriggio ( tramonta una decina di minuti dopo le 6.18).
In questa settimana è piovuto poco, solo un giorno di pioggia, ma non troppo forte. Fa invece freddo la notte, le temperature scendono di qualche grado sotto zero e durante il giorno si sta poco sotto i 10°. Normale direi.
Ora andiamo a vedere cosa succede in vigna per controllare a che punto siamo nell’anno di vite di Cantine Coli . Qui siamo qui nel cuore del Chianti le viti sono ancora nella fase fenologica del riposo vegetativo, vuol dire che le piante sono in fase di riposo perché si stanno preparando alla stagione di maggior vigore …
Circa un mese fa è stata effettuata la potatura, con la luna in fase calante. Come si vede la vigna ha tra i filari una crescita di una pianta tipo fave\baccelli, che si chiama favino – si proprio come Pierfrancesco l’attore!-. Seminato a ottobre (circa metà), ora è in piena crescita. Nelle vigne delle Cantine Coli, si alterna questo tipo di coltura tra i filari: serve per azotare il terreno e migliorare naturalmente la resa delle piante.
Quando le pianticelle di favino saranno in fiore- cioè verso la fine di aprile – verranno trinciate e interrate per dare risorse minerali al terreno, si segue sempre l’ordine di un filare si ed un filare no. In alcuni casi viene usato, per lo stesso scopo, cioè l’arricchimento del terreno, del letame bovino. Ma non è il caso di Cantine Coli …
Il fatto che in questi giorni la temperatura notturna sia scesa sotto zero, nelle tenute delle Cantine Coli in realtà non ha infastidito per niente la pianta. Potrebbe creare dei problemi se – come è successo l’anno scorso – alla fine del mese di marzo e ad i primi di aprile ci fosse una picchiata nelle temperature con gelate notturne.
In questi casi nel Chianti o nelle vigne delle Cantine Colici sono diverse tecniche, che sembrano essere in contraddizione. Una usa il fuoco, ed il riscaldamento tra i filari tramite combustione di legna, paglia o arbusti: in alcuni casi dentro appositi contenitori tipo fusti di metallo. O al contrario si usa il gelo: c’è chi spruzza acqua su le piante perché il ghiaccio all’esterno formi una specie di ‘corazza’ e protegga la pianta e soprattutto non faccia congelare la linfa. Se si secca la linfa, purtroppo si seccano i germogli ed è questo che provoca il danno e la mancata crescita vegetativa. In poche parole addio annata.
Ci sono tantissime belle foto di vigne in cui sono stati accesi piccoli falò: è, per chi non fa il vignaiolo, uno spettacolo magnifico. Un po’ meno per chi è costretto a correre in vigna con il pigiama sotto la tuta da lavoro, per accendere i fuochi in previsione di una gelata notturna. Un vero spasso come potete immaginare …
Ma lo sappiamo bene noi di Cantine Coli che se anche ci sveglia la notte, come per il pianto di un neonato, quello che ci lega alla pianta è legame antico, una specie di simbiosi. Come quello che vi faccio vedere in dettaglio: una legatura fatta con un ramo di salice. Questo tipo di legatura, che può resistere a lungo nel tempo permette alla pianta di muoversi più libera, ma ugualmente protetta e disposta lungo i filari. Questo non è il solo modo di fare la legatura, diciamo che è il più ‘romantico’ e tradizionale ma come sempre ognuno si orienta in base alle proprie inclinazioni. Ah! Dimenticavo qui alle Cantine Coli i rami di salice per fare le legature si chiamano ‘vinchi’ e da voi?